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Buon 2015!

Il 2014 ha ormai le ore contate, è stato un anno pieno di novità per Entomologando, un anno che ci ha fatto crescere insieme a voi lettori.
Teniamo in serbo tutto ciò che buono ci ha portato questo anno, lasciamoci alle spalle le cose brutte e lanciamoci verso il nuovo anno con tutto l’entusiasmo per le novità. Buon 2015!

Auguri di Buon Natale!

Voglio augurare un Buon Natale a tutti i fans e lettori di Entomologando, a tutti gli iscritti alla pagina Facebook, a tutti gli iscritti al canale You Tube, ai miei "colleghi" di blog, canali e pagine, ai telespettatori di Telitalia e a tutto lo staff... 
Inoltre vi invito a guardare la puntata speciale di Curiosità viventi dedicata al Natale intitolata "Speciale Natale: le renne di Babbo Natale".

Coccinelle in letargo

Le Coccinelle, gli insetti della fortuna, per sopravvivere ai rigori invernali si trovano un rifugio dove trascorrere la stagione fredda dormendo. Spesso le coccinelle vanno in letargo a gruppi. Le coccinelle adulte solitamente si radunano in gruppi numerosi negli anfratti o in luoghi protetti dalle correnti d’aria per condividere il calore corporeo. La formazione di questo aggregato di coccinelle avviene attraverso l'arrivo di una piccola parte di coccinelle che potremmo definire "pioniere"; queste, trovato un posto adeguato, si stabiliscono nella zona e attraverso il rilascio di feromoni mandano un segnale di richiamo per le altre che giungono nel luogo da esse segnalato. Solitamente prediligono luoghi d'aggregazione caldi e luminosi. Questo comportamento è tipico soprattutto della coccinella asiatica, Harmonia axyridis. Questa coccinella, detta comunemente "coccinella cinese" oppure "coccinella Arlecchino" è un coleottero di origine asiatica; le Harmonia axyridis furono introdotte in Europa e negli Stati Uniti per effettuare lotta biologica contro gli afidi che attaccano le piante ma presto se ne perse il controllo. Di altri esempi di animali in letargo ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Il letargo: una strategia di sopravvivenza". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte immagine Web. 

Danaus plexippus

La Danaus plexippus, comunemente chiamata farfalla Monarca è una farfalla della famiglia Nymphalidae, nativa dell'America, famosa per la straordinaria migrazione di massa che ogni inverno porta milioni di questi animali in California e in Messico. Di stare al freddo proprio non ne vogliono sapere queste farfalle, e così, come ogni autunno, riunite in un immenso sciame partono dal Nord America, dove abitualmente vivono, per andare a trascorrere l'inverno in Messico. Un viaggio di 5.000 chilometri volando ad alta quota, percorrendo fino a 100 km al giorno per posarsi su un ramo di pino o di abete su cui abbandonarsi a un meritato sonno lungo tutto un inverno. Con l'arrivo della primavera, le centinaia di milioni di farfalle Monarca si risvegliano dal loro letargo e riprendono il viaggio per tornare in Nord America. Anche se non è l'unica farfalla a compiere una migrazione, quella della Monarca è la più lunga e incredibile mai osservata tra gli insetti. Per questo motivo la sua migrazione annuale è tanto studiata dagli scienziati e in gran parte resta un vero mistero della natura. Di altri esempi di animali in letargo ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Il letargo: una strategia di sopravvivenza". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte immagini WikiCommons

Dryococelus australis

Il Dryococelus australis o insetto stecco di Lord Howe Island è una specie di fasmide dall'esistenza travagliata. Il Dryococelus australis fu originariamente rinvenuto sull'isola di Lord Howe da Mac Gillivray, a circa 600 chilometri a est dell’Australia, nel 1853. La popolazione di questi insetti sull'isola era abbondante fino a che nel 1918 a causa del naufragio del mercantile Mocambo arrivarono sull'isola i ratti neri (Rattus rattus), uno degli invasori più micidiali delle isole in tutto il mondo. Già nel 1920 gli insetti stecco erano scomparsi e nel 1930 a Lord Howe Island venne dichiarata la loro estinzione. Nel 2001 un team di 5 ricercatori scientifici approdò a Balls Pyramid, poco più di uno scoglio a 23 Km da Lord Howe Island, e miracolosamente ritrovò una piccola e vulnerabile popolazione di una ventina di individui di questa specie “perduta” che vivevano in un fazzoletto di terra di 180 metri quadrati, nutrendosi di foglie di Melaleuca di Lord Howe Island. Da quella inattesa scoperta è partita la sfida per salvare dall'estinzione il Dryococelus australis. Ad esempio dal 2003 lo zoo australiano di Melbourne ha fatto nascere oltre 10.000 individui di insetto stecco di Lord Howe Island partendo da due individui presi sull'isola. Questo strano fenomeno di scomparsa e poi ricomparsa è detto "effetto Lazzaro". Di altri esempi di animali dati per estinti e poi ricomparsi ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Estinto o non Estinto? Effetto "Lazzaro"". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte immagini WikiCommons.

Insetti nella storia: l'insetto stecco del Cretaceo

Quinto appuntamento per Insetti nella storia, oggi vi parlo dell'insetto stecco del Cretaceo che camminava accanto ai dinosauri. Nel biota di Jehol, uno dei più importanti depositi fossiliferi al mondo, è stato rinvenuto tra le rocce polverose il fossile di uno dei primi insetti stecco, il Cretophasmomima melanogramma. Secondo i paleontologi si tratterebbe del più antico caso mai documentato di insetto stecco alle prese con il mimetismo naturale. Il Cretophasmomima melanogramma visse nel Cretaceo, circa 126 milioni di anni fa, l'epoca dei grandi dinosauri. Questo insetto viveva e si mimetizzava su una pianta abbondante nel suo ecosistema la Membranifolia admirabilis. Le ali laterali e posteriori dell'insetto, in posizione di riposo, formavano una protuberanza che nascondeva il suo addome e somigliava in modo impressionante alle foglie della pianta. Una sorta di assicurazione sulla vita contro alcuni predatori, come i piccoli uccelli ghiotti di insetti. Questa scoperta indicherebbe che l'arte di imitare le foglie è forse la più antica, e che la progressiva comparsa di un alto numero di predatori potrebbe aver portato a più raffinate forme di travestimento. Per leggere altri post di Insetti nella storia scorrete l'home page del blog! Fonte foto Sciencespacerobots.

Mimetizzarsi con le foglie, la Kallima inachus

Il mimetismo è uno dei sistemi più raffinati sfruttati dagli insetti per difendersi dai predatori. Consiste nella capacità di confondersi con lo sfondo ambientale cambiando colore, imitando foglie, ramoscelli o specie pericolose. Mimetizzarsi significa imitare qualcosa o qualcuno in modo da risultare particolarmente somigliante al modello imitato. Le foglie sono tra i soggetti preferiti dagli animali mimetici, come la farfalla foglia o Kallima inachus. La spettacolarità di questa specie sta nel rovescio delle ali che riproducono esattamente delle foglie secche, dal colore alle nervature. La livrea del lato inferiore, unita all'insolita forma delle ali, fornisce uno dei casi più notevoli di mimetismo. Oltre al mimetismo criptico (quello finora descritto), esiste un altro tipo di mimetismo, il cosiddetto mimetismo batesiano. Il mimetismo batesiano consiste nella somiglianza di un individuo ad un altro pericoloso o disgustoso. In questo modo il predatore che si è imbattuto in un animale non commestibile, difficilmente dimenticherà la brutta esperienza e si terrà alla larga da tutto ciò che somigli o ricordi la fonte dei suoi guai. Il mimetismo in tutte le sue forme svolge un'importante strumento nella lotta per la sopravvivenza. Di altri esempi di insetti che di mimetizzano con delle foglie ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Foglia o insetto? mimetismo animale". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video.

Insetti nella storia: storia del Miele

Quarto appuntamento per Insetti nella storia, oggi vi parlo della storia del miele. Il miele per millenni ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile, ed è stato il principale dolcificante usato dall'uomo. Le prime tracce che testimoniano l’uso del miele da parte dell’uomo sono databili a circa 10 mila anni fa, con una pittura rupestre scoperta nei pressi di Valencia, in Spagna: sembra mostrare un uomo che si arrampica sulla cima di un albero intento a raccogliere miele da un'arnia di api selvatiche; tecnica usata ancor oggi dai “cacciatori di miele” in India. La più antica testimonianza dell’allevamento vero e proprio delle api risale a una pittura egiziana del 2400 a.C. rinvenuta nel Tempio del Sole, al Cairo. Il miele nell'antico Egitto era inizialmente un cibo di lusso, una prerogativa reale e divina. Lo usavano per dolcificare torte e biscotti, imbalsamare i morti e preparare offerte agli dei. Per greci e romani era un ingrediente utilizzato con la frequenza con cui, oggi, si usa lo zucchero, era conosciuto anche nell'antica Cina e dalle civiltà del Mesoamerica: presso i Maya, le api erano considerate sacre. La prima descrizione anatomica delle api risale ad Aristotele dove nel trattato De Generatione Animalium avanza anche un’ipotesi sulla formazione del miele: “il miele è una sostanza che cade dall'aria, specialmente al sorgere delle stelle e quando si incurva l’arcobaleno”… “l’ape lo porta da tutti i fiori che sbocciano in un calice… essa bottina i succhi di questi fiori con l’organo simile alla lingua”. A questi trattati attingeranno i successivi autori latini per le loro opere; come Virgilio nelle Georgiche, Plinio nella Naturalis Historia. In realtà per molti secoli a venire la conoscenza delle api rimarrà bloccata a questo primitivo e spesso mitologico livello. Per leggere altri post di Insetti nella storia scorrete l'home page del blog

Il volo dei bombi

Secondo una leggenda metropolitana del XX secolo, le leggi dell'aerodinamica non permetterebbero al bombo di volare per il fatto che non avrebbe una sufficiente superficie alare ed una sufficiente frequenza di battito d'ali per sostenere il proprio peso. L'origine di tale credenza non è facile da rintracciare con certezza. John McMasters riportò un aneddoto riguardante un anonimo studioso svizzero di aerodinamica, il quale durante una festa eseguì alcuni calcoli approssimativi e concluse, presumibilmente scherzando, che tali equazioni dimostravano l'impossibilità di volare da parte del bombo. Nel libro Le vol des insectes (Il volo degli insetti) scritto dall'entomologo Antoine Magnan; l'autore applica le equazioni relative alla resistenza dell'aria agli insetti e ne ottiene che il loro volo sarebbe impossibile, ma aggiunge che "non ci si dovrebbe sorprendere del fatto che i risultati dei calcoli non coincidano con la realtà". In realtà, nel corso di esperimenti di aerodinamica, questa teoria è stata ampiamente smentita. I bombi, come le api, sono tra i principali insetti impollinatori e la loro sopravvivenza è fondamentale per la salvaguardia delle attività agricole umane. Imparare a conoscerli meglio significa possedere più strumenti per tutelarli come specie. Di altre curiosità sui Bombi ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Volare più in alto dell'Everest, per i Bombi è possibile". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video.

Insetti nella storia: l'abbraccio eterno

Terzo appuntamento per Insetti nella storia, oggi vi parlo di un abbraccio eterno tra due esemplari di Anthoscytina perpetua dal Giurassico medio fino ad oggi. "L'abbraccio" di cui vi parlo è scolpito nella roccia da milioni di anni, la loro unione dura da 165 milioni di anni: secondo gli esperti costituiscono la più antica testimonianza fossile di insetti intenti ad accoppiarsi. Si tratta di due insetti all'ormai estinto gruppo dei Procercopidi, insetti simili agli attuali Cercopidi, comunissimi a tutte le latitudini. Questo incredibile ritrovamento è avvenuto in un’area sudorientale della Cina. I reperti sono stati scoperti nel villaggio di Daohugou e mostrano i due insetti risalenti a 165 milioni di anni fa raggiunti dalla morte proprio mentre erano impegnati in un accoppiamento, a causa delle esalazioni mortali di un gas velenoso, conseguenza di un’attività vulcanica. Secondo la ricostruzione degli esperti, i due insetti avvinghiati, una volta diventati fossili, sono finiti sul fondo di quello che in futuro sarebbe diventato un lago, dove si sono preservati per milioni di anni coperti sotto diversi strati di sedimenti e ceneri. Questo ritrovamento è molto utile per comprendere il comportamento sessuale degli insetti del passato, poiché sono pochi i reperti di insetti fossili rinvenuti che fossero rimasti in quella determinata posizione. Dopo aver condotto alcune ricerche, dei ricercatori sono stati in grado di affermare che la posizione sessuale e gli organi genitali degli insetti sono rimasti invariati in milioni di anni. Per leggere altri post di Insetti nella storia scorrete l'home page del blog!

La "Visione a mosaico" degli insetti

Gli insetti percepiscono gli stimoli luminosi mediante semplici unità sensoriali diffuse. Gli organi visivi sono situati nel capo, a secondo della loro complessità si distinguono in occhi composti e ocelli. Gli occhi composti sono organi della vista caratteristici di insetti e crostacei, sono disposti lateralmente al capo, gli occhi composti sono costituiti da più unità ottiche autonome coordinate, dette ommatidi. Sommando come in un mosaico le immagini parziali di ogni ommatidio, l'occhio composto raccoglie l'immagine completa; da qui "visione a mosaico". Il numero degli ommatidi varia a seconda della specie da uno a 20.000, i valori più elevati si riscontrano in specie che cercano cibo e partners in volo, in questi casi si osservano grandi complessi visivi che possono occupare gran parte del capo. Negli insetti volanti che adoperano la vista per la ricerca di cibo come le api devono agire in un tempo molto breve per esaminare ciò che vedono gli innumerevoli occhi, in questo caso allora effettua un rapido esame detto "scanning" scorrendo uno a uno tutte le immagini inviate dagli organi visivi che contengono l'obbiettivo da osservare. La percezione dei colori non è la stessa che si nota nei vertebrati, infatti un ape riesce a vedere differenze di colori da 650 a 300 nm con notevole attenzione per gli ultravioletti. Mentre un uomo da 800 a 400 nm. Di altre curiosità sul mondo della vista negli animali ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Qual è l'animale con più occhi?". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Wikipedia".

Insetti nella storia: l'antico Egitto

Secondo appuntamento per la nuova serie Insetti nella storia, oggi vi parlo degli insetti nell'antico Egitto. In Egitto vivevano, e vivono tuttora, moltissime specie di insetti. Il primo insetto a cui si pensa legato al mondo egizio è lo scarabeo stercorario. Lo Scarabaeus sacer era un insetto sacro degli antichi Egizi, credevano che nascesse da una palla di sterco, per cui lo considerarono un'immagine dell'auto creazione. Veniva adorato con il nome di "Khepri" che significa "divenire" e simboleggia l'eterna trasformazione della vita umana, per questo divenne un potente amuleto. Lo Scarabaeus sacer abitualmente crea delle sfere di sterco e le rotola fino alla sua tana scavata nella sabbia o nel terreno, poi la ricopre e da lì nascevano i nuovi scarabei. Gli antichi egizi interpretavano questo come simbolo di rinascita dalla morte quindi vita eterna. Oggi sappiamo che il coleottero depone le uova nella sfera di sterco; dove nasce la larva, cresce e diventa adulto. Un'altro insetto che ricopriva un ruolo importante nell'antico Egitto era l'ape, "bit" in egizio. L'apicoltura fu praticata in Egitto già dalla V dinastia. Il miele ottenuto si usava soprattutto come alimento, ma anche per preparati medici e unguenti. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra, una dea. L’ape era paragonata all'anima, si pensava che riportava in vita un defunto qualora entrasse nella sua bocca. Anche altri insetti sono stati protagonisti per questa popolazione, come le  le libellule, le cavallette presenti in rilievi di tombe. Altri ancora erano legati a malattie o strane leggende. Magari ve ne parlo in prossimo post di Insetti nella storia. Fonte immagini WikiCommons.

Stenocara gracilipes

La mancanza d'acqua è uno dei tanti problemi che ci sono nel vivere nel deserto. La Stenocara gracilipes, un coleottero del Namibia, ha trovato una soluzione a questo problema. Questo insetto vive dove l'aria fredda e umida dell'Oceano portata verso il continente incontra l'aria calda del deserto formando una coltre di nebbia. L'umidità che si genera quando il sole va a dissipare questa nebbia si condensa sull'estremità dell'addome della Stenocara gracilipes formando delle piccole gocce, che scivolando sul suo dorso altamente idrorepellente giungono per gravità alla bocca del coleottero dissetandolo, permettendo all'insetto di vivere in zone del deserto dove cadono meno di 40 millimetri di pioggia ogni anno. Alcuni ricercatori hanno cercato di emulare il complicato tessuto del dorso della Stenocara gracilipes; hanno sintetizzato un tessuto artificiale che consente di raccogliere l'acqua prodotta dall'umidità e dalla nebbia, in modo da sviluppare una varietà di dispositivi per raccogliere vapore, condensabile in acqua potabile o per l'irrigazione agricola in regioni inospitali. Una società britannica che crea tessuti sperimentali, ha creato il prototipo di una bottiglia che si auto-riempie d'acqua, riuscendo a immagazzinare fino a tre litri di acqua ogni ora. La speciale bottiglia è un prodotto della cosiddetta Bio-imitazione e si ispira nella forma al guscio della Stenocara gracilipes. Questo ci dimostra ancora una volta come la maggior parte delle invenzioni dell'uomo sono ispirate alla natura. Di altri comportamenti e stratagemmi animali per ovviare al problema di mancanza di acqua nel deserto ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Bere nel deserto". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Focus".

Insetti nella storia

Questo è il primo post di una serie dove si parlerà di "Insetti nella storia". Oggi vi faccio un veloce excursus con i punti più salienti di questo nuovo argomento, con i prossimi post andremo ad approfondire i vari argomenti. Gli insetti hanno svolto un importante ruolo nella storia dell'uomo. Alcuni popoli li vedevano come manifestazioni degli dei come gli egizi. Altri insetti fecero la storia, un esempio sono i bachi da seta con la Via della seta che mise in contatto l'impero cinese con quello romano. Di insetti ne parlarono anche grandi filosofi, come ad esempio Aristotele, che ne discusse nelle sue opere “Storia degli animali” e “Trattato della generazione e dello sviluppo degli animali”; altro esempio è Plinio il Vecchio che con la sua Historia Naturalis ne commenta la loro forza, e ne descrive i guasti alle olive provocati dalla “vermicolazione”. Addirittura di insetti ne parla Dante, che nei suoi paragoni utilizza anche la metamorfosi della farfalla. Per rimanere sempre in letteratura famosissimi sono alcuni protagonisti delle antiche favole di Fedro, come la cicala e la formica. Gli insetti fanno parte della vita dell'uomo in modo così profondo che esiste addirittura una ramo dell'entomologia, l'entomologia culturale, dedicato all'indagine dell'influenza di questi animali nella letteratura, nel linguaggio, nella musica, nelle arti, nella storia, nelle religioni e nel divertimento. Gli insetti hanno largamente influenzato la storia umana. Battaglie sono state perse, spedizioni sono fallite e intere popolazioni sono state decimate per l'azione diretta degli Insetti, soprattutto come vettori di malattie. Gli insetti, per concludere, hanno influito sia positivamente che negativamente al corso della storia umana. Non perdetevi i prossimi post di questa nuova serie per scoprire nuove curiosità e notizie da questo mondo.

Trofobiosi: le formiche che "allevano" gli afidi

La Trofobiosi è una particolare simbiosi in cui un organismo riceve protezione da predatori e parassiti dando in cambio del cibo. Classico esempio di Trofobiosi è il rapporto tra afidi e formiche. Gli afidi si nutrono introducendo la loro proboscide nei vasi delle piante, suggendone una quantità di linfa così abbondante da non riuscire ad assimilarla tutta. La maggior parte viene eliminata senza essere digerita sotto forma di "melata". La melata prodotta dagli afidi attira le api, le vespe e soprattutto le formiche. Le formiche, attratte da questa secrezione zuccherina, tendono a prendersi cura delle colonie di afidi, difendendole dai predatori, come ad esempio vespe oppure mosche parassite. Esistono inoltre formiche che spostano di continuo gli afidi per garantirgli sempre cibo nuovo. Si conoscono casi in cui, se la colonia di afidi è troppo numerosa, viene sfoltita con la macellazione di un adeguato numero di esemplari, destinati poi per l' alimentazione. Possiamo paragonare questo comportamento delle formiche ad un pastore che si prende cura del suo gregge, lo protegge, e ne ricava da esso il nutrimento. Altro esempio di Trofobiosi è il rapporto tra alcuni bruchi Licenidi e i Riodinidi con le formiche. Di questo ne ho parlato nella terza puntata di Curiosità viventi, intitolata "Il bruco che ipnotizza le formiche", vi invito a guardarla per scoprire un altro particolare comportamento animale. Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Il Mondo delle Formiche" e "WikiCommons".

Anacridium aegyptium

L'Anacridium aegyptium o locusta egiziana è un insetto ortottero della famiglia Acrididae. La locusta egiziana è tra le più grandi cavallette italiane ed Europee. È una specie solitaria e non arreca danno alle colture. La troviamo in ambienti caldi e luminosi di macchia mediterranea, ma è presente anche nelle aree coltivate. Questa specie è caratteristica per gli occhi a linee verticali bianchi e neri. La locusta egiziana è comune nei paesi del bacino del Mediterraneo; in Italia la troviamo in tutta la penisola e nelle isole maggiori dal livello del mare sino ai 1500 metri di altitudine. Gli adulti sono di colore grigio marrone, con una cresta arancione sul dorso. Li troviamo da agosto-settembre. La deposizione delle uova avviene in primavera ed i giovani compaiono ad aprile. Le neanidi sono di colore verde brillante-ocra e hanno l'aspetto dell'insetto adulto salvo che per le dimensioni ridotte e per le ali che sono assenti. La locusta egiziana sverna sotto forma di adulto in luoghi riparati, anche nei pressi delle abitazioni. Vi ricordo gli appuntamenti per seguire Entomologando: ogni Mercoledì sul blog un nuovo post e un Martedì si e uno no sul canale Youtube un nuovo video di Curiosità viventi, iscrivetevi se non lo avete ancora fatto.

Dictyophara europaea

La Dictyophara europaea o cicaletta nasuta è un emittero appartenente alla famiglia Dictyopharidae. Questa famiglia comprende 670 specie, i componenti si riconoscono facilmente per il loro capo appuntito e le ali trasparenti. La cicaletta nasuta è solitamente di colore verde ma può presentarsi anche di colore rossastro, l'adulto misura 9-13 mm. Il nome "cicaletta nasuta" deriva dal notevole prolungamento della regione fronto-clipeale. Questo insetto, ritenuto non dannoso, si rinviene frequentemente sulle Apiacee. Vive tra piante erbacee, si nutre della linfa, per muoversi spicca dei lunghissimi salti. Gli adulti compaiono da giugno a ottobre. La specie è univoltina cioè ha una sola generazione all'anno, sverna allo stadio di uovo. Il salto della cicaletta nasuta è da record, infatti è in grado di saltare per circa un metro di larghezza e un metro di altezza, circa cento volte la lunghezza del corpo. E' online la seconda puntata di Curiosità viventi la mia nuova rubrica su youtube. Tema di questa puntata "Il pesce arciere, uno strano predatore". Non perdetevelo e se vi è piaciuto iscrivetevi al canale!

Arriva la Vespa velutina

Nuovo pericolo per le api italiane: rintracciati nidi di Vespa velutina, la Vespa velutina è un imenottero originario del sud-est asiatico. Nel 2004 è arrivata in Francia a bordo di un volo proveniente dalla Cina pieno di bonsai. La sottospecie V.V. nigrithorax è arrivata negli ultimi tempi anche in Italia, è di dimensioni simili a quelle del calabrone nostrano ed è riconoscibile per il corpo scuro e la parte terminale delle zampe di colore giallo. I primi avvistamenti si sono avuti in Piemonte ed Liguria, dove sono stati rintracciati anche i nidi. Come tutti i vespidi è un insetto sociale e costruisce nidi con migliaia di individui. I nidi sono rintracciabili o al suolo o in rami alti sugli alberi. Come le comuni vespe Europee è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento discretamente aggressivo anche nei confronti dell'uomo, però la pericolosità per l’uomo è simile a quella delle altre vespe. Il vero pericolo di questa vespa è nei confronti della api europee di cui se ne nutre. La Vespa velutina sta minacciando seriamente l'esistenza delle comunità apiarie. Questa specie è state inserita nella lista nera internazionale delle specie considerate invasive per la conservazione della natura in relazione alla sua aggressività verso gli insetti locali utili all'ecosistema. Nasce sul canale YouTube di Entomologando la rubrica "Curiosità viventi" dove si parlerà di curiosità e usanze in cui gli animali e la natura sono i protagonisti. Nel primo video si parla di "Ibridi animali-piante: Elysia chlorotica". Non perdetevelo e se vi è piaciuto iscrivetevi al canale! Vi ricordo anche di lasciare un like sulla pagina Facebook Entomologando. Fonte foto WikiCommons.

Mosche assassine: gli Asilidi

Gli Asilidi sono una vasta famiglia di insetti dell'ordine dei ditteri che comprende circa 7.000 specie, diffuse in tutto il mondo. Gli Asilidi sono insetti predatori, sia allo stadio giovanile sia allo stadio adulto, e si nutrono di piccoli artropodi, principalmente altri insetti. In virtù dell'ampia diffusione e della notevole attività, questa famiglia di insetti contribuisce al controllo dell'entomofauna. Gli adulti misurano 10-15 mm, alcune specie possono misurare anche 5 cm. Il corpo è affusolato, le ali strette e molto sviluppate. Gli Asilidi sono insetti molto veloci e abilissimi nel catturare al volo le loro prede, alcune specie riescono a catturare prede anche quattro volte più grandi di loro. Una volta afferrata la preda, la pungono ed iniettano un liquido con una componente neurotossica che paralizza le prede e scioglie i tessuti interni che poi vengono succhiati. Cacciano da un posatoio fisso, dal quale partono per catturare prede che passano in un raggio abbastanza ampio. Le larve si rinvengono nel suolo e in materiale organico in decomposizione, in particolare nel legno marcescente. Gli adulti si rinvengono in generale in ambienti caldi e aridi. Vi segnalo l'aggiunta di nuovo video sul canale YouTube di Entomologando, "Ibridi animali-piante: Elysia chlorotica", video della nascente rubrica "Curiosità viventi" dove si parlerà di curiosità e usanze in cui gli animali e la natura sono i protagonisti. In questo video si parla dell'Elysia chlorotica, uno strano essere metà animale metà pianta. Non perdetevelo e se vi è piaciuto iscrivetevi al canale!

Chlorophorus varius

Il Chlorophorus varius è un coleottero appartenente alla famiglia Cerambycidae. L'adulto misura 8-14 mm, è di colore giallo (raramente verdastro) con diverse macchie nere, gli arti e le antenne sono di colore scuro. Caratteristica di questa specie sono le due macchie sulle elitre a forma di "C" di colore nero. Le larve si sviluppano in due o tre anni, sono polifaghe, si nutrono di legno di alberi a foglia caduca. Gli adulti sono attivi da giugno a settembre, si possono osservare su vari fiori, soprattutto ombrellifere. E' diffuso in: Europa meridionale, Caucaso, Transcaucasia, Turchia ed Iran. Esistono due sottospecie, una presente in Turchia e l'altra in Italia. Per difendersi il Chlorophorus varius usa il colore della livrea che ricorda quello di una vespa, si tratta di mimetismo batesiano che porta a imitare altre specie che sono velenose e repellenti. Del mimetismo batesiano ne parlerò più approfonditamente in un prossimo post! Colgo l'occasione per augurare a tutti voi Buon Ferragosto!

Insetti nello spazio?

Tutti ricorderete Laika, la cagnetta lanciata dai sovietici nello Sputnik 2, il primo satellite dotato di modulo abitabile. Così come Ham, lo scimpanzé che nel 1961 vene mandato in orbita con un razzo Mercury. Nello spazio sbarcarono anche gli insetti. Un recente esperimento ha portato un piccolo sciame di api sulla stazione spaziale per vedere come si comportavano e se riuscivano a costruire l'alveare. Il risultato è stato eclatante, sono riuscite a costruire un piccolo alveare. Toccò anche agli aracnidi, nel 1973 due ragni europei, partirono a bordo dello Skylab 3 per scoprire se riuscivano a costruire la ragnatela nello stesso modo anche nello spazio. La risposta fu negativa, la trama della ragnatela è più disordinata, occorre più tempo per crearla, tuttavia, la seta fabbricata nello spazio è più spessa e di qualità superiore. Anche tanti altri insetti partirono per lo spazio come scarafaggi, lumache, farfalle e larve di insetti, lanciati in orbita, soprattutto negli ultimi due decenni, più che altro per capire meglio gli effetti che lo spazio ha sugli esseri viventi. Vi segnalo l'aggiunta di nuovo video sul canale YouTube di Entomologando, "Liberazione baby lucertola campestre", iscrivetevi al canale per rimanere sempre aggiornati.

Phoracantha recurva

La Phoracantha recurva è un coleottero appartenente alla famiglia Cerambycidae. Si tratta di una specie australiana che sta invadendo tutto il bacino del Mediterraneo, sviluppandosi sull'Eucalipto; in Italia è stata segnalata per la prima volta nel 2003 in Puglia. Questa specie, partita dall'Australia al seguito dell'eucalipto, si è diffusa in Nuova Guinea, Nuova Zelanda, Africa del Sud, Zambia, Mozambico, Malawi, Uruguay, Argentina, Cile, California. L'adulto misura 14-30 mm, è di color giallo pallido con una fascia trasversale di colore bruno scuro. La Phoracantha recurva si impupa ad inizio primavera e gli adulti escono verso la fine di questa stagione. Le larve di questo insetto hanno l'abitudine di prepararsi il foro di sfarfallamento prima del tempo. L'attacco avviene su piante morte da relativamente poco tempo e richiede una corteccia ben salda. Questi insetti hanno abitudini notturne, si possono trovare sotto le cortecce sollevate. Questo esemplare è stato trovato in Calabria.

Spilostethus pandurus

Lo Spilostethus pandurus è un insetto pentatomomorfo appartenente alla famiglia dei Lygaeidea, questa famiglia conta circa 972 specie conosciute. Lo Spilostethus pandurus è un emittero, il corpo è di piccole dimensioni con una colorazione rossastra con disegni neri variabili. Raggiunge i 15 millimetri di lunghezza e si nutre di fiori, piante e semi, causando, nel caso la popolazione sia molto numerosa, danni alle colture. Il suo habitat sono i prati e i giardini. Lo troviamo in Europa e Asia Meridionale, e in molte regioni dell'Africa. È possibile incontrarlo durante tutto l'anno. Questo insetto lo si confonde spesso con il Pyrrhocoris apterus, lo si distingue per la disposizione delle macchie nere situate sul corpo e per un punto bianco presente al centro delle ali. Vi segnalo che la pagina facebook di Entomologando da poco ha raggiunto i 1000+ "mi piace" colgo l'occasione per salutare e ringraziare tutti i lettori di Entomologando e i fans su Facebook, continuate a seguirci.

L'angolo della Natura: conclusione stagione 2013/14

Il 15/07/2014 è andata in onda su Telitalia la puntata di conclusione della prima stagione 2013/14 della mia serie televisiva "L'angolo della Natura". In ogni puntata abbiamo parlato di temi che riguardano il mondo della natura che ancora non sono ben conosciuti dal grande pubblico. In studio di volta in volta sono stati presenti specialisti del settore con cui andavamo ad addentrarci nei vari argomenti, con l’ausilio di immagini e video da commentare. In questa prima stagione ci siamo occupati quindi di vari argomenti. Vi ricordo che sul blog potete rivedere tutte le puntate dell'angolo della Natura QUI. Ringrazio il prof Sergio Tursi Prato che ha reso possibile la realizzazione di queste puntate e ringrazio tutto lo staff di Telitalia. Un ringraziamento speciale va a tutti i telespettatori che mi hanno seguito di volta in volta e anche a tutti gli ospiti che hanno partecipato alle puntate. Vi do appuntamento alla prossima edizione dell’angolo della natura con tanti nuovi ed interessanti argomenti. Per rivedere questa puntata speciale CLICK QUI
Sul blog è presente l’EntoTV, un progetto di Entomologando che racchiude filmanti di vari canali Youtube dedicati a questo mondo. Vari gli argomenti che vengono trattati come la terraristica, l'entomologia, l'herping… ci sono anche le varie puntate dell'angolo della Natura, la trovate sotto l'intestazione!


Oxythyrea funesta

L'Oxythyrea funesta o Cetoniella è un insetto della famiglia dei Cetoniidae. La cetoniella è lunga circa un centimetro, è di color nero bronzato ed è ricoperta di pubescenza elevata nera, che manca nella varietà consobrina. La maggior parte degli esemplari presenta sul lato dorsale numerose macchiette di pubescenza bianca, in particolare sul pronoto ne hanno sei. Le larve sono lunghe circa 3 cm, si nutrono di radici delle piante e possono rimanere anche un anno nel terreno. Compare sui fiori già all'inizio della primavera. Questo coleottero è un eccellente volatore, in grado di compiere rapidi cambi di direzione, in volo emette un ronzio simile a quello di una mosca. È un insetto fitofago, si nutre sia del polline, ma anche degli organi floreali, risultando molto dannoso per l’agricoltura ma paradossalmente è anche un impollinatore. Si presenta più sui fiori di colore chiaro, questa specie si osserva spesso in compagnia di altri cetonidi. L'accoppiamento di questi insetti avviene sui fiori e dura diversi minuti. La specie è diffusa in Europa, Asia minore e Medio Oriente. Vi segnalo l'aggiunta al blog dell'EntoTv, una pagina che racchiude tanti filmati dedicati a questo mondo, la trovate sotto l'intestazione!

Lucanus cervus

Il Lucanus cervus comunemente chiamato Cervo volante è un coleottero della famiglia dei Lucanidi. Il Cervo volante è sicuramente uno dei più grossi coleotteri esistenti in Europa, in Italia lo si trova soprattutto nelle regioni settentrionali. I maschi superano tranquillamente gli 80 mm e le femmine in media si attestano sui 40 mm. Il nome Cervo volante deriva dalle grandi mandibole dei maschi, che rimandano ai palchi di questo ungulato. Queste grosse mandibole servono per duellare con gli avversari per contendersi le femmine. I duelli avvengono a molti metri dal suolo, sui tronchi di querce, luogo d’incontro con le femmine. Il maschio più forte solleva l'avversario con le mandibole e lo lascia cadere nel vuoto, a questo punto è libero di impossessarsi della femmina; questi combattimenti raramente sono mortali. Tuttavia i muscoli del maschio non sono in grado di muovere con forza tali mandibole che pertanto risultano inoffensive; nella femmina, invece, essendo più piccole sono anche più efficaci e consentono alla portatrice di pizzicare con più forza e con maggiore danno. Le mandibole permettono di distinguere il maschio dalla femmina. Nell'ultimo periodo questa specie è segnalata in forte riduzione per la riduzione o la distruzione del suo habitat, per questo rientra nella Direttiva Habitat della Convenzione di Berna che, oltre a vietarne la raccolta, ne salvaguarda l’habitat. Le foto sono state scattate in provincia di Treviso, ringrazio Matteo Carozzi per avercele fornite. Vi invito a seguire la pagina facebook di Entomologando per rimanere aggiornati in tempo reale sulle notizie e novità di Entomologando.

Potosia cuprea

La Potosia Cuprea è un insetto della famiglia dei Cetoniidae. Questo coleottero è lungo circa 2 cm ed è di colore verde oliva metallico, con le parti inferiori e la testa di colore violaceo. La Potosia Cuprea si muove tra erba e altra vegetazione ed è capace di volare, in modo buffo, dispiegando le ali senza aprire le elitre. Si nutre principalmente di sostanze zuccherine, polline e linfa, ma anche di boccioli e frutta matura. Il ciclo larvale può durare anche solo 2-3 mesi se le larve sono adeguatamente nutrite. Questo cetonino è ampiamente diffuso in Europa con numerose sottospecie e forme, come ad esempio la Potosia cuprea metallica, la Potosia cuprea cuprea.  La Potosia Cuprea può essere confusa con la Cetonia aurata, la specie può essere identificata osservando i "parameri" del maschio in visione dorsale, questi, all'apice, sono largamente sovrapposti. Vi invito a seguire la pagina facebook di Entomologando per rimanere aggiornati in tempo reale sulle notizie e novità di Entomologando.

Pieris rapae

Nuova rubrica del blog Entomologando: "Ciak Entomologando", in questa rubrica verranno raccolti brevi filmati di insetti ed altri animali da me realizzati. La inauguriamo con un filmato di un bruco di Pieris rapae comunemente chiamata Cavolaia minore. La Cavolaia minore è un lepidottero appartenente alla famiglia Pieridae. È uno dei lepidotteri diurni più comuni, lo si può trovare su terreni incolti, giardini, aree fiorite in genere, ma anche ai bordi delle strade. L’adulto raggiunge i 60 mm di apertura alare, le ali sono bianche; quelle anteriori hanno le estremità apicali nere e, nelle femmine, sono ornate da due macchie nere per ala. Il bruco è di colore giallognolo verdastro, con macchie di colore nero,  ricoperto da setole rade. Spesso i bruchi sono parassitati dalle larve di insetti imenotteri appartenenti alla famiglia Braconide. Buona visione! LINK Video

Insieme per salvare le Tartarughe marine

Insieme per salvare le Tartarughe marine, sesta puntata della mia serie Televisiva "L'angolo della Natura" che va in oda su Telitalia (canali 71-214-617 del digitale terrestre). Puntata del 05/06/2014. Ospiti in studio, per l'Associazione ambientale no-profit "Naturalmente Brancaleone", il Presidente Filippo Armonio, il Segretario Giannicola Parrino e l'Esperta del benessere animale Tania Il Grande. Si è parlato di salvaguardia delle Tartarughe marine, del centro di recupero di Brancaleone, dei pericoli che ha una tartaruga in mare e del volontariato presso Naturalmente Brancaleone.
LINK Video N.B. la puntata non è integrale!
Colgo l'occasione per presentarvi la nuova intestazione del blog Entomologando, più professionale e a mio parere più bella..!

Graphosoma italicum

La Graphosoma italicum o Cimice rossonera è un insetto dell'ordine dei Rincoti. Si incontra facilmente negli orti, soprattutto sulle Ombrellifere in fiore o sui semi ancora non maturi; se la popolazione è abbondante, risulta nocivo per le colture. La Cimice rossonera può raggiungere una lunghezza di 8-12 mm. E' di colore rosso vivo, con strisce longitudinali nere; questi colori vivaci la proteggono dai predatori, segnalando loro che questo insetto ha sapore e odore sgradevoli. La troviamo in Europa centromeridionale, in Asia Minore e in Medio Oriente. Questo insetto ama il clima caldo, è attivo in primavera e in estate. Colgo l'occasione per invitare i lettori di Entomologando a seguire la sesta puntata della mia serie televisiva "L'angolo della Natura" in onda su Telitalia. "Insieme per salvare le Tartarughe marine" è il titolo di questa nuova puntata dedicata all'associazione ambientale "Naturalmente Brancaleone". Andrà in onda giovedì 5 giugno 2014 alle ore 22.20 su Telitalia (canali 71-214-617 del digitale terrestre).

Capnodis tenebrionis

Il Capnodis tenebrionis è un grosso Buprestide di colore nero opaco. Gli adulti hanno il corpo tozzo ed ingrossato, affusolato nella parte posteriore, lungo fino a 28 mm. Le larve sono apode, allungate, di colore biancastro crema, possono raggiungere lunghezze considerevoli, anche fino a 6-7 cm. Il Capnodio è particolarmente diffuso in Italia centromeridionale, specie negli areali mediterranei; gli adulti compaiono da maggio a luglio. Essi danneggiano la vegetazione nutrendosi di foglie e dei loro piccioli, ma soprattutto rodendo la scorza dei giovani rametti. Il Capnodis tenebrionis attacca le drupacee (albicocco, cilieglio, mandorlo, pesco, susino...). Anche le larve sono un pericolo: scavano gallerie sottocorticali sulle radici principali e sul fusto. Le infestazioni più gravi in particolare si riscontrano nel sud Italia e sulle isole.

Le energie rinnovabili

Le energie Rinnovabili quinta puntata della mia serie Televisiva "L'angolo della Natura" in onda su Telitalia (canali 71-214-617 del digitale terrestre). Puntata del 01/04/2014. Ospite in studio: Miriam Montillo, Studentessa liceale. In questa puntata dedicata alle energie Rinnovabili, si è parlato dell'energia Eolica Pro&Contro, dell'energia Solare Pro&Contro e del Forno Solare. A fine puntata è andato in onda il filmato "L'avventura con le baby Natrici" di Missione Rettile. 
LINK Video N.B. la puntata non è integrale!

Giornata della terra: lo Scarabeo stercorario

La Giornata della Terra è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l'ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Si celebra ogni anno, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile. Come ogni anno Google dedica un Doodle a questa ricorrenza; quest'anno ha creato sei Doodle animati. Uno di questi è dedicato allo Scarabeo stercorario, per Scarabeo stercorario si intendono diverse specie di scarabei che si nutrono di sterco e che raccolgono il loro nutrimento facendone caratteristiche pallottole e facendole rotolare sul suolo. Gli Scarabei stercorari tendono a trasportare la loro pallottola lungo una linea retta orientandosi attraverso la luce emessa dalla via lattea; se incontrano un ostacolo, cercano di superarlo scavalcandolo, senza cambiare direzione. Questo coleottero per gli antichi egizi era considerato sacro. Lo scarabeo abitualmente crea delle sfere di sterco e le rotola fino alla sua tana scavata nella sabbia o nel terreno poi la ricopre e da lì nascevano i piccoli. Gli antichi egizi interpretavano questo come simbolo di rinascita dalla morte quindi vita eterna. Oggi sappiamo che il coleottero depone le uova nella sfera di sterco; dove nasce la larva, cresce e diventa adulto.

Impollinazione: insetti pronubi

L'impollinazione consiste nel trasporto del polline da una pianta all'altra per opera di diversi agenti impollinatori (es. insetti, uccelli, vento ecc.). Uno dei principali agenti impollinatori è rappresentato dagli insetti, in particolare gli Insetti pronubi. Gli Insetti pronubi per nutrirsi vanno alla ricerca del polline o del nettare, una sostanza zuccherina prodotta dai fiori. Sono molti gli insetti in grado di svolgere questo compito, tra i più importanti ci sono sicuramente le api, questi imenotteri sono i principali insetti impollinatori o insetti pronubi; amano fiori profumati e colorati, per questo hanno un apparato boccale adatto a succhiare il nettare situato proprio in fondo al fiore e zampe specializzate per raccogliere e trasportare il polline. Una volta che l'insetto è dentro il fiore, il polline resta imbrigliato fra le fitte setole del corpo dell'insetto e così viene trasportato di fiore in fiore. In genere gli insetti ottengono nutrimento mediante il nettare.