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Le api che fanno la "ola"

Gli esseri umani non sono i soli a conoscere l'ola: anche le api giganti, l'Apis dorsata, diffuse nell'Asia meridionale e nel Sudest asiatico, la sanno fare, e la sfruttano per difendersi dai predatori. L'Apis dorsata nidifica all'aperto, costruendo un singolo favo appiattito sulla sommità di alberi o di sporgenze rocciose. Ogni lato di questo favo è tappezzato da diversi strati di api ammucchiate una sopra l'altra. Quando un predatore, ad esempio un calabrone, si avvicina, le api improvvisano una "ola" che fa muovere rapidamente tutta la colonia facendo scintillare il nido da lontano. Se l'intruso persevera centinaia di api si staccano simultaneamente dal nido, pronte a pungerlo. Si pensa che il meccanismo di difesa funga anche da "passaparola" per trasmettere il segnale d'allarme da un lato all'altro del nido. Lo studio ha anche dimostrato come i calabroni quando si trovano davanti questa ola cangiante cambiano "preda". I predatori sono costretti a nutrirsi di api che volano liberamente.

La farfalla "ginandromorfica": metà maschio e metà femmina

Farfalla ginandromorfica, metà femmina e metà maschio, questa strana mutazione è dovuta alla distribuzione non bilanciata dei cromosomi sessuali nei primi stadi dello sviluppo embrionale. In questa singolare creatura si nota il differente colore delle due ali, che indica una differente morfologia tra i due lati speculari del corpo. Il raro esemplare mostra un ala nera nella metà maschile, mentre la metà femminile è caratterizzata da colori più accessi come il verde, il giallo. Si può notare la differente lunghezza delle antenne, e la separazione tra i due lati dell’addome dove sono presenti fusi tra loro sia gli organi riproduttivi maschili che femminili. La condizione di ginandromorfismo negli insetti, cioè la presenza di entrambi gli organi sessuali, dipende da un’anomalia genetica e si verifica quando i cromosomi sessuali falliscono la separazione dei sessi nell'ovulo fecondato. Le farfalle che presentano quest’anomalia sono 1 ogni 10 mila in natura.

Il "canto" delle cicale

Il "canto" delle cicale, in queste calde sere d'estate, ci accompagna come sottofondo alle nostre attività. Ma è doveroso capire e spiegare cosa è questo "canto". Le cicale, insetti della famiglia delle Cicadidi, iniziano, con il loro canto frastornante e perpetuo, verso metà-fine giugno. Famosa è l'idea della cicala cantante che non si preoccupa dell'avvicinarsi dell'autunno, come ci raccontò Esopo nelle sue favole. La cicala effettivamente sembra non fare altro che cantare tutta l'estate, per poi morire inevitabilmente con il cambio di stagione: è un ciclo naturale che risponde a "regole" ben precise e molto affascinanti. Questo "canto" ha lo scopo di richiamo sessuale per la cicala femmina, lo produce la cicala maschio grazie a uno speciale organo detto "stridulatore". Il loro corpo è dotato di particolari organi, i timballi posti alla base dell’addome, a produrre quel suono comunemente definito canto. E' rarissimo udire il canto delle cicale d'inverno: la stagione dell'amore, infatti, è l'estate!

"Tesori della Natura" mostra di Fossili e Insetti

Vi presento il mio nuovo progetto "Tesori della Natura", una mostra di Fossili e Insetti, che si svolgerà dal 1 agosto al 21 agosto presso il Museo delle Conchiglie a Roseto Capo Spulico (CS). Un percorso sull'evoluzione della terra partendo dalla comparsa dei primi esseri durante il precambirano, i primi microrganismi fotosintetici bentonici o anche microscopiche alghe eucariotiche che grazie alla loro attività formarono le stromatoliti. Passando poi di era in era con i trilobiti nell'Ordoviciano, i cefalopodi e le ammoniti nel Devoniano, le felci del Carbonifero per passare poi ai primi dinosauri durante il Triassico che dominarono il pianeta fino alla fine del Cretaceo. Affianco ai dinosauri vivevano anche gli insetti, che a differenza non si sono estinti, grazie ad un rapido adattamento all'ambiente e da una conseguente elevata fecondità. I primi insetti si sono conservati fino ad oggi sia sotto forma di fossili sia all'interno dell'ambra, una resina fossile. I sopravvissuti poi hanno continuato ad evolversi verso le forme attuali. Gli insetti, da oltre 300 milioni di anni, svolgono un ruolo di primo piano nella colonizzazione della Terra. Ad oggi conosciamo milioni di specie di insetti dai colori appariscenti, forme stravaganti, valori simbolici, abitudini e caratteristiche differenti, che li hanno resi unici. Gli insetti, di conseguenza, sono organismi che, in positivo o in negativo, hanno una stretta relazione con l'Uomo e le sue attività. Vi aspetto, dunque, per scoprire insieme i "Tesori della Naturadal 1 agosto al 21 agosto presso il Museo delle Conchiglie a Roseto Capo Spulico (CS).
"Tutto quello che la Natura crea è un Tesoro"