Secondo una leggenda metropolitana del XX secolo, le leggi dell'aerodinamica non permetterebbero al bombo di volare per il fatto che non avrebbe una sufficiente superficie alare ed una sufficiente frequenza di battito d'ali per sostenere il proprio peso. L'origine di tale credenza non è facile da rintracciare con certezza. John McMasters riportò un aneddoto riguardante un anonimo studioso svizzero di aerodinamica, il quale durante una festa eseguì alcuni calcoli approssimativi e concluse, presumibilmente scherzando, che tali equazioni dimostravano l'impossibilità di volare da parte del bombo. Nel libro Le vol des insectes (Il volo degli insetti) scritto dall'entomologo Antoine Magnan; l'autore applica le equazioni relative alla resistenza dell'aria agli insetti e ne ottiene che il loro volo sarebbe impossibile, ma aggiunge che "non ci si dovrebbe sorprendere del fatto che i risultati dei calcoli non coincidano con la realtà". In realtà, nel corso di esperimenti di aerodinamica, questa teoria è stata ampiamente smentita. I bombi, come le api, sono tra i principali insetti impollinatori e la loro sopravvivenza è fondamentale per la salvaguardia delle attività agricole umane. Imparare a conoscerli meglio significa possedere più strumenti per tutelarli come specie. Di altre curiosità sui Bombi ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Volare più in alto dell'Everest, per i Bombi è possibile". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video.
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Insetti nella storia: l'abbraccio eterno

La "Visione a mosaico" degli insetti
Gli insetti percepiscono gli stimoli luminosi mediante semplici unità sensoriali diffuse. Gli organi visivi sono situati nel capo, a secondo della loro complessità si distinguono in occhi composti e ocelli. Gli occhi composti sono organi della vista caratteristici di insetti e crostacei, sono disposti lateralmente al capo, gli occhi composti sono costituiti da più unità ottiche autonome coordinate, dette ommatidi. Sommando come in un mosaico le immagini parziali di ogni ommatidio, l'occhio composto raccoglie l'immagine completa; da qui "visione a mosaico". Il numero degli ommatidi varia a seconda della specie da uno a 20.000, i valori più elevati si riscontrano in specie che cercano cibo e partners in volo, in questi casi si osservano grandi complessi visivi che possono occupare gran parte del capo. Negli insetti volanti che adoperano la vista per la ricerca di cibo come le api devono agire in un tempo molto breve per esaminare ciò che vedono gli innumerevoli occhi, in questo caso allora effettua un rapido esame detto "scanning" scorrendo uno a uno tutte le immagini inviate dagli organi visivi che contengono l'obbiettivo da osservare. La percezione dei colori non è la stessa che si nota nei vertebrati, infatti un ape riesce a vedere differenze di colori da 650 a 300 nm con notevole attenzione per gli ultravioletti. Mentre un uomo da 800 a 400 nm. Di altre curiosità sul mondo della vista negli animali ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Qual è l'animale con più occhi?". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Wikipedia".
Insetti nella storia: l'antico Egitto

Stenocara gracilipes
La mancanza d'acqua è uno dei tanti problemi che ci sono nel vivere nel deserto. La Stenocara gracilipes, un coleottero del Namibia, ha trovato una soluzione a questo problema. Questo insetto vive dove l'aria fredda e umida dell'Oceano portata verso il continente incontra l'aria calda del deserto formando una coltre di nebbia. L'umidità che si genera quando il sole va a dissipare questa nebbia si condensa sull'estremità dell'addome della Stenocara gracilipes formando delle piccole gocce, che scivolando sul suo dorso altamente idrorepellente giungono per gravità alla bocca del coleottero dissetandolo, permettendo all'insetto di vivere in zone del deserto dove cadono meno di 40 millimetri di pioggia ogni anno. Alcuni ricercatori hanno cercato di emulare il complicato tessuto del dorso della Stenocara gracilipes; hanno sintetizzato un tessuto artificiale che consente di raccogliere l'acqua prodotta dall'umidità e dalla nebbia, in modo da sviluppare una varietà di dispositivi per raccogliere vapore, condensabile in acqua potabile o per l'irrigazione agricola in regioni inospitali. Una società britannica che crea tessuti sperimentali, ha creato il prototipo di una bottiglia che si auto-riempie d'acqua, riuscendo a immagazzinare fino a tre litri di acqua ogni ora. La speciale bottiglia è un prodotto della cosiddetta Bio-imitazione e si ispira nella forma al guscio della Stenocara gracilipes. Questo ci dimostra ancora una volta come la maggior parte delle invenzioni dell'uomo sono ispirate alla natura. Di altri comportamenti e stratagemmi animali per ovviare al problema di mancanza di acqua nel deserto ne ho parlato nella nuova puntata di Curiosità viventi, intitolata "Bere nel deserto". Se non lo avete ancora fatto iscrivetevi al canale youtube di Entomologando per non perdervi i prossimi video. Fonte foto "Focus".
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